Negli anni ’70 i Commercialisti e Consulenti del lavoro ricoprono la posizione di liberi professionisti accanto agli imprenditori che muovono i primi passi nella nascente struttura economica. Il commercialista è un personaggio nuovo con competenze approfondite che ha aiutato l’azienda ad organizzare finanziariamente e produttivamente; puramente marginale è la soluzione dei problemi fiscali.
Furono proprio gli anni settanta con la riforma del 1972 e l’introduzione dei primi decreti tributari sulle imposte dirette e sull’IVA a creare una svolta decisiva per il ruolo dei commercialisti nell’economia italiana. La riforma fiscale è talmente ampia e complessa che aziende e professionisti hanno cambiato i loro rapporti professionali. Per la prima volta la società si trova di fronte ad una normativa fiscale strutturata che ne complica le procedure e la obbliga ad adottare un’organizzazione amministrativa supportata da un controllo costante da parte di un proprio esperto!
Da questo punto in poi il commercialista perde parte del ruolo di specialista commerciale e guadagna un po’ di più il ruolo di specialista fiscale. Negli anni successivi si susseguirono riforme tributarie per ottenere efficaci strumenti di contrasto all’evasione fiscale; I contabili professionisti iniziano a strutturare la propria azienda con procedure più complesse e gruppi di competenze spesso esaminati. Le competenze richieste e gli investimenti in software e hardware, necessari per adeguarsi alle riforme fiscali in continua evoluzione, minano la natura stessa della professione. I contabili sono costretti a reinventare la loro pratica. Non resta molto tempo per supportare gli imprenditori e sempre più spesso, i commercialisti sono abituati a lavorare da soli, dovendo fare i conti con nuove procedure e tanto lavoro che la direzione finanziaria ritiene opportuno fare. I contabili sono diventati il lungo braccio del regolatore finanziario, assumendosi gli obblighi imposti ai contribuenti di fornire sempre più dati elettronicamente. Da nessuna parte in Europa si assiste ad uno sviluppo così brutale di obblighi complessi imposti ai contribuenti senza rispettare le difficoltà oggettive necessarie per adempierli; se in altri Paesi dell’Unione Europea vengono introdotti con cautela tutti gli adempimenti fiscali che richiedono competenze hardware e software, per garantire ai contribuenti la possibilità di adempierli senza necessità di esperti esterni, in Italia l’Ordine dei Dottori Commercialisti e l’Ordine dei Consulenti del lavoro non possono essere sensibili alle Gestioni e adattarsi passivamente ad ogni “capriccio normativo”.
Nascono gli Studi Associati, diverse figure professionali specializzate o forme emergenti di aggregazione di esperti, ciascuno mantenendo la propria individualità ma collaborando con altri professionisti (networking).
L’obiettivo è garantire consulenza fiscale, del lavoro e societaria, nonché consulenza in materia contabile, finanziaria e di controllo di gestione. Spesso gli imprenditori non riconoscono queste competenze e non sempre vengono pagate, ma i professionisti continuano a fornirle anche se non richieste, allo scopo di formare imprenditori.
Abbiamo iniziato facendo tutto a mano, con grande difficoltà e più ore di lavoro,

siamo passati poi alle macchine da scrivere

la carta forse aveva più valore, ne abbiamo viste di fatture, ora le chiamiamo INVOICE

il digitale ci ha dato tanto ci agevola e riesce a dare il tempo per la vera consulenza

prima, durante e dopo il COVID-19 abbiamo imparato anche a condividere il tempo con il cliente attraverso il web con le video call.